Lettera ai Cittadini


L'Italia ha oggi l'opportunità di ripartire ma è anche di fronte al rischio di ricadere. Delusi da anni di declino e malgoverno, gli Italiani hanno perso la speranza nel futuro e la fiducia nella politica. Così, proprio quando ci sarebbe più bisogno di loro, molti credono che anche andare a votare non servirà a nulla e che la sola alternativa sia la fuga dal Paese.

Io non la penso così. Anzi ho deciso di impegnarmi. Non solo unendomi al coro delle lamentele, ma prendendo parte alla vita politica costruttivamente. Perchè una politica buona e capace ci può e ci deve essere, più che mai in questo momento. E farla è diventato per me una necessità.

Quali sono le idee in cui credo? O meglio, vista la fase difficilissima nella quale si trova il Paese, quali sono le azioni di governo per le quali intendo battermi? Per cominciare, un insieme di politiche urgenti d’interesse collettivo.

L’obiettivo è tornare a essere un Paese dove si sta bene e dove i nostri figli staranno meglio, non peggio. Il cambiamento è già cominciato con la fine del Governo Berlusconi e l’arrivo del Governo Monti, al quale tanti Italiani continuano a dare fiducia, malgrado i sacrifici che ha chiesto. L’agenda Monti ha riconosciuto che per ricostruire si devono prima riparare i danni fatti ieri, ed è per questo che occorrono sacrifici oggi. Ma per i frutti ci vorrà del tempo: bisogna quindi affiancare a questa strategia una serie di politiche che da un lato la sostengano e dall’altro la complementino.

La strategia del rigore è stata ed è ancora necessaria perchè oggi lo Stato paga ogni anno quasi 90 miliardi di Euro di interessi passivi, in buona parte a creditori esteri. Si tratta di migliaia di Euro all’anno che ogni cittadino perde inutilmente a causa del debito pubblico. Che è tra i più alti al mondo, ed è ancora in aumento. Ma che, proprio grazie alla strategia del rigore, si sta stabilizzando. È un circolo virtuoso che, partendo dal miglioramento dei conti pubblici, rassicura gli investitori e quindi abbassa il famigerato spread, sceso di oltre 150 punti dall’arrivo di Monti. Se dura, è un risparmio da decine di miliardi all’anno, cioè più di un migliaio di euro per lavoratore, oppure gli stipendi di centinaia di migliaia di dipendenti pubblici, oppure preziose risorse per finanziare dispositivi di stimolo alla crescita.
Questo risultato è costato lacrime e sangue – il Paese è allo stremo – ma non basta ancora a disinnescare la trappola del debito. Per andare oltre occorre crescere, migliorare la fiducia degli investitori e abbassare il debito. Servono provvedimenti complementari al rigore, azioni che il prossimo Governo, legittimato dalle urne dovrà portare avanti:
·        Politiche che, a cominciare dall’integrità pubblica, diano la credibilità politica indispensabile a fare accettare misure più rapidamente efficaci ma impopolari:
o       Dare il buon esempio, offrendo una pubblica amministrazione irreprensibile e riducendo costi della politica, sprechi e burocrazia
o       Ribilanciare la pressione fiscale da lavoro e impresa a rendite patrimoniali ed economia sommersa
o       Riallineare la finanza dalla speculazione all’investimento produttivo (già iniziato con l’adesione alla tassa Tobin)
·        Politiche low-cost di stimolo alla crescita. I primi segnali stanno arrivando, Bankitalia prevede la fine della recessione verso fine 2013. Ma si deve fare di più:
o       Incitare il consumo interno e l’export di prodotti e servizi con forte brand italiano, compreso il turismo, dove è più difficile farci concorrenza
o       Reinvestire il recupero dell’evasione in riduzione della pressione fiscale e aumento della spesa per istruzione e ricerca & sviluppo (sotto la media EU)
o       Rinforzare il dispositivo anti corruzione (compreso falso in bilancio), cruciale per la crescita (OCSE)
·        Politiche di informazione e comunicazione per spiegare le scelte più difficili alla gente, dando più qualità alla democrazia e lasciando meno terreno alla demagogia:
o       Quanti voteranno e sosterranno chi farà scelte irresponsabili per conto loro, solo perchè ne ignoravano le conseguenze?
o       Chi voterebbero tanti elettori indecisi, se sapessero che esistono forze politiche che vogliono il benessere del Paese e quindi anche il loro?
o       Quanti hanno capito che l’alternativa ad altri dieci mesi di sacrifici sono altri dieci anni senza speranza e nuove generazioni perdute?

Queste sono solo alcune delle azioni più urgenti da mettere in campo (o da mantenere) per assicurare un futuro agli Italiani. Ma ci vorranno anche politiche di respiro più strategico. Per esempio politiche intelligenti di riduzione della disuguaglianza, riconosciute non solo da Bersani (“il 10% più ricco non può mangiare 10 volte al giorno”), ma pure dai liberal dell’Economist. Tutti devono poter avere un lavoro dignitoso, a cominciare da giovani e donne: basta precarietà senza opportunità. Qui si misurerà il successo del nuovo Governo.
Un altro obiettivo strategico è dare un’accelerata all’integrazione Europea. E poi una maggiore attenzione all’ambiente e al patrimonio estetico del Paese. Insomma, per ricostruire l’Italia oltre l’emergenza, occorre un progetto di sviluppo sostenibile, una Visione.

Un progetto per il Paese

È su queste basi che voglio contribuire a uno sforzo politico onesto ed efficace, che ritengo possibile. Il primo passo è proporre al più gran numero possibile di cittadini queste idee come spunto di riflessione. Approfondendo, ognuno trarrà le sue conclusioni. Ma subito dopo, bisognerà tradurre le idee in fatti e per questo occorre la politica.

La forbice tra politica e cittadino é sempre più aperta anche perchè gli elettori si sentono esclusi e si autoescludono dall’azione politica, convinti di non poter partecipare se non attraverso le urne e la protesta. I partiti l’hanno capito e devono cogliere l’occasione facendo entrare nuove energie, pur mantenendo all’interno le loro migliori esperienze.

Per queste ragioni, la prossima sfida elettorale è cruciale per il Paese e dobbiamo raccoglierla attivamente.

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